Paganelli coraggiosamente e controcorrente inverte la rotta e controbatte con il recupero della figura, ma con dei gradi di negazione fortemente evidenti. Uomo mediato attraverso la scultura. Un' espressione pittorica che interagisce con un altro linguaggio dell'arte, la plastica, suggerendo eclettiche vie d' uscita. Campanelli d' allarme, costituiti da piccole fasce di puro colore, richiamano l' attenzione dell' astante distratto per indicare le diverse consistenze pittoriche e mostrare cio' che da lontano non si vede. La preparazione della tela con malte sintetiche produce effetti fortemente corposi di particolare interesse. La polimatericita' (6) genera una sorta di linea del tempo che si mostra attraverso la giustapposizione di supporti e tecniche diverse: l' affresco richiama antiche raffigurazioni, la pittura su tela sembra esprimere il contesto attuale, una definizione pittorica "aperta" e materiali plastici si rivolgono alle generazioni future, che, secondo l' artista, potranno, se vorranno, intervenire sul dipinto operando possibili e svariate soluzioni. Un connubio fra gestuale e una pittura piu' pensata. La pennellata sciolta, espressionista, e' quella dei "Calanchi" (7), delle terre dell'anima con cui il pittore indagava territori del dentro e del fuori; quella invece pensata e fortemente controllata si riferisce ai "Dittici" (8) dove Paganelli individuava cortocircuiti propri dell'arte. Quasi una totale assenza di colore sottolinea il forte bisogno di silenzio. E' un recupero di pezzi di Storia dell'Arte, di stili e di tecniche, di riferimenti storici del territorio e di emergenze artistiche. E' un recupero della figura, dell' uomo, della sua saggezza, che l'artista racconta mediante lo studio dei beni culturali. La pittura di Paganelli, cosi' asciutta e senza concedere nessun vezzo a formalismi estetizzanti, sembra suggerire, attraverso figure di pura pietra, un antico-nuovo percorso che vede l'uomo al centro della scena.
Nonostante la ricercata incoerenza e instabilita' visiva, quale paradigma dell' oggi, generata dal mescolarsi delle parti e dal moto dei singoli elementi, l'artista non rinuncia ad esercitare una volonta' di controllo, metafora dell'ingegno umano, che si esplica mediante la modularita' ortogonale di derivazione ippodamea (12). La maglia evidenzia una progettazione di impianto, garantisce un efficace governo sul caso ed e' un reverenziale omaggio ad alcune leggi della natura che dalla materia incoerente e amorfa generano cristalli dalle forme geometriche pure. "Sospensione", opera site specific, nel corso dell'inaugurazione sara' oggetto di un intervento da parte dell'artista che con gesto simbolico "liberera'" le parti. Dalla condizione originaria dei soggetti rappresentati, statica e leggibile si passa ad una instabile e caotica. Le due figure si mescolano visivamente, ma anche concettualmente.Parti di "Laocoonte" o di "Divina Indifferenza" divengono parti del suo opposto e viceversa, dando origine a nuove e infinite immagini visive e mentali. Il nesso con precarieta', tematiche e complessita' del contemporaneo e' fortissimo ed evidente. L' azione dell' artista e' seguita da quella del pubblico che e' chiamato a ricomporre le figure per ritrovare l'impossibile "condizione originaria". In "Estasi", 1 e 2 l'ambiguita' dell'immagine, nei suoi significati simbolici e sociali, viene ulteriormente potenziata dal fenomeno della parallasse che si genera dalla costituzione intrinseca dell'opera. La figura, costruita su piu' piani trasparenti (di plexiglas), sembra spostarsi rispetto allo sfondo in funzione del punto di osservazione, generando infinite piccole variazioni e la sensazione in chi guarda di non completa comprensione dell'opera, alludendo cosi' alla difficolta' di conoscenza del presente. La reiterazione delle immagini variate solo nella componente cromatica, le tre coppie di colori complementari e il neutro, muove ulteriormente la ricerca di Paganelli anche verso materiali della Storia dell'Arte del secondo Novecento. Evidente il riferimento alla Pop Art di Andy Warhol, anche se Paganelli sostituisce ai soggetti di derivazione consumistica oggetti di origine classica propri della sua cultura e alla riproduzione "tecnico-digitale" dell' Opera d' Arte oppone il "fare manuale", in aperta antitesi con soluzioni che rendono l'uomo asservito ad avanzate tecnologie.Il portato berniniano dell' "Estasi di Santa Teresa" con l' angelo che punta la lancia non al cuore, ma in altre parti del corpo della Santa, e' evidente e riporta l'opera di Paganelli nel solco di altre dimensioni. Cio' che sembra dolore impossibile da sopportare si rivela piacere iniziatico e fonte di nuove e proficue prassi. Le "Estasi" 1 e 2, oggetti visivi attraenti e volutamente ambigui, dove dolore o estremo piacere si confondono in una prolungatissima smorfia, catturano chi guarda spingendolo alla contemplazione. Ecco allora che il pittore non ha paura di avventurarsi in territori interdetti, in aree culturali ritenute proibite dai "contemporanei". Egli, rivolgendosi al mondo antico, non certo per nostalgia di un'eta' che non potra' piu' essere, recupera criteri e prassi, riafferma il valore del fare umano e contrasta la continua e crescente perdita di quell'aura propria dell'opera d'arte. In un mondo in cui la tecnica diviene il fine e non il mezzo e l'uomo confrontato ed assoggettato ad essa risulta sempre piu' inadeguato, ridare significato all'Arte e sacralita' alle immagini e' moderno e necessario. Occorre trasmutare il vile metallo in oro, mediante sapienti e remote alchimie, occorre riguardo per la Storia, per il ragionamento, per quei valori capaci di portare l' umanita' intera nel solco della tolleranza e del rispetto reciproco. Occorre andare verso lidi nei quali il vuoto di senso che invade spazio e tempo e' solo un ricordo. Occorre ridare "religiosita'" laica all'Arte mediante nuove-antiche prassi, asserisce con forza l'artista mediante le sue originalissime opere, capaci di donarci emozioni profonde e indicarci vie nelle quali Arte e immaginazione possano fecondare il presente.
Paolo Degli Angeli